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Milleproroghe

Dopo la maratona notturna delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, il testo del decreto milleproroghe è approdato ieri in Aula.
Stop all’aumento dei contributi per le partite Iva senza cassa. E ritorno, in parte, al regime dei minimi pre legge di Stabilità 2015. Nel primo caso l’aliquota contributiva resta per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps del 27% anche per il 2015, e l’aumento sarà graduale del 28% per il 2016 e del 29% per il 2017. Le novità per il regime dei minimi è la possibilità per le piccole partite Iva di continuare ad avvalersi del meccanismo agevolato previsto dal D.L. n.98/11. Chi ha un fatturato fino a 30 mila euro annui potrà quindi scegliere se utilizzare il nuovo regime previsto dalla legge di Stabilità 2015, con deduzione forfetaria e imposta sostitutiva del 15%, oppure del vecchio, con deduzione analitica dei costi e imposta al 5% (in questo caso però con il limite dei cinque anni o fino al raggiungimento dei 35 anni d’età).
Inoltre la dichiarazione Iva autonoma a far data dall’anno di imposta 2015, prevista sempre nella legge di Stabilità 2015, rinvia il suo debutto all’anno di imposta 2016, dichiarazioni 2017. Confermata la mini-proroga per 4 mesi del blocco degli sfratti e ritorno in vita di uffici periferici dei giudici di pace. Sul fronte enti locali, arrivano nell’ultima tornata di voti in commissione: lo slittamento al 1° settembre del termine entro cui i Comuni dovranno, in chiave spending review, dotarsi di centrali uniche di acquisto, e sanzioni ridotte per Venezia e Chioggia a causa del mancato rispetto del patto di stabilità interno 2014.
Sono queste alcune delle novità previste dagli emendamenti inseriti in commissione bilancio della camera e affari costituzionali al decreto legge mille proroghe, che è stato esaminato ieri dall’aula e su cui arriva la richiesta di fiducia da parte del governo.

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